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L’incontinenza urinaria è ancora un tabù?

L’incontinenza urinaria (soprattutto quella notturna) è considerata naturale nei bambini nel momento in cui, intorno ai due anni, devono imparare a controllare lo stimolo della pipì. Tuttavia, diventa un disturbo problematico quando colpisce gli adulti che, per un motivo o per l’altro, accusano perdite involontarie di urina, in presenza o meno di stimolo minzionale.

L’incontinenza è un sintomo comune a diversi problemi di salute, che includono danni fisici, invecchiamento, tumori, infezioni del tratto urinario e disturbi neurologici. Alcune di queste cause sono facilmente curabili, mentre altre sono più gravi e persistenti.

Oltre al disagio, questo disturbo rischia di avere un profondo impatto sulla qualità della vita, sul benessere emotivo, psicologico e sociale del paziente. È importante però sapere che può essere gestita o curata con successo.

Pur verificandosi in entrambi i sessi, questa condizione è molto più diffusa nelle donne.

Prima di parlare di incontinenza, cerchiamo di capire meglio il meccanismo della “continenza”.

La funzione urinaria è normalmente controllata sia da azioni muscolari volontarie, che da quelle involontarie (ovvero regolate dal sistema nervoso autonomo).

L’urina si raccoglie nella vescica, fino al momento dell’eliminazione tramite l’uretra. Quando la vescica è riempita per circa 1/3 della sua capacità massima, invia un segnale nervoso al midollo spinale e al cervello. Cosa succede a questo punto? Avvertiamo lo stimolo minzionale e tratteniamo l’urina contraendo volontariamente i muscoli che circondano l’uretra, fino a quando non abbiamo l’opportunità di rilassare i muscoli e liberare la vescica.

L’incontinenza si suddivide in due principali sottotipi:

  • L’incontinenza da stress (o da sforzo) che compare prevalentemente intorno ai cinquanta anni e le cause più comuni a determinarla sono:
     
    l’ipermobilità uretrale, nel qual caso l’uretra si presenta particolarmente mobile per la perdita del supporto del collo vescicale (prolasso vescicale, prolasso uterino, alterazioni della statica pelvica), dislocandosi pertanto dalla sua naturale posizione nel pavimento pelvico e limitando l’efficacia dello sfintere uretrale.

    debolezza intrinseca dello sfintere uretrale (ovvero i muscoli che circondano l’uretra), dovuta a traumi, chirurgia uroginecologica, patologie neurologiche, invecchiamento o malattie legate al trofismo muscolare.

  • L’incontinenza da urgenza, che si manifesta qualora i muscoli che circondano la vescica si contraggano involontariamente e all’improvviso, con tre principali cause identificabili:

     
    iperattività del muscolo detrusore: contrazione spontanea durante il riempimento vescicale;

scarsa compliance del detrusore: la vescica non riesce a distendersi durante la fase di riempimento;

ipersensibilità vescicale: in risposta a stimoli infiammatori e/o nervosi, la mucosa e la muscolatura vescicale si contraggono aumentando la pressione e provocando la perdita urinaria.

Entrambe le condizioni possono coesistere, delineando un’incontinenza di tipo misto.

Solitamente l’incontinenza è un disturbo legato alla disfunzione associata a gravidanza, parto o menopausa, di fatto è ancora una patologia misconosciuta e sottodiagnosticata, spesso relegata a condizione inevitabile associata all’età o alla gravidanza.

La diagnosi dell’incontinenza urinaria si basa sull’esame delle urine ed esami strumentali.

È fondamentale, prima di approcciare un tentativo terapeutico, delineare la caratteristica ed il tipo di incontinenza, escludendo tutti i possibili fattori scatenanti.

Durante l’analisi di possibili fattori di rischio dietetici, è stato dimostrato come un aumento dei grassi saturi nella dieta aumenti il rischio di incontinenza urinaria, mentre l’assunzione di zinco e vitamina B12 sono negativamente associati alla patologia, risultando pertanto protettivi.

Un ulteriore studio clinico ha riportato come un aumento dell’introito di vegetali e carne bianca siano associati ad una diminuzione di incontinenza da stress, mentre il fumo di sigaretta sia associato ad un aumento dell’incontinenza da iperattività del detrusore.

Molti vegetali, ad ogni caso, contengono sostanze in grado di prevenire o curare i disturbi urinari.

È interessante constatare che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è stata evidenziata alcuna relazione tra aumento di apporto idrico e aumento di incontinenza. Al contrario, specie nei casi di incontinenza da stress legati a prolasso vescicale importante, se è presente – come spesso succede – un residuo urinario post-minzionale, va consigliato l’aumento di introito d’acqua per ricambiare il contenuto vescicale e prevenire le infezioni.

Acqua Rocchetta, oligominerale e particolarmente leggera, per via delle sue qualità depurative (ampiamente documentate da studi scientifici) può essere adottata per facilitare il ricambio delle vie urinarie e della vescica, contribuendo così a contrastare le infezioni urinarie.