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Calcio e calcolosi

Il calcio

Il calcio è il minerale più abbondante nell’organismo con diversi ruoli biologici al suo interno. Il 99% del calcio è contenuto nelle ossa e nei denti rappresentando l’impalcatura del nostro corpo. Implicato nella contrazione muscolare, nella conduzione degli impulsi nervosi, nella coagulazione e in tanti altri processi biologici, il calcio è un minerale sicuramente essenziale per il corretto funzionamento del nostro corpo; così importante che quando l’apporto con la dieta risulta inadeguato l’organismo è disposto a sacrificare parte di quello presente nelle ossa pur di mantenerne un’adeguata concentrazione plasmatica, intra ed extracellulare. L’omeostasi del calcio è finemente regolato da diversi ormoni ed organi, ognuno dei quali svolge un’importante azione. In particolare gli organi maggiormente implicati in questo processo sono:

  • intestino, sede di assorbimento del calcio assunto con la dieta;
  • osso, sede principale di deposito del calcio;
  • rene, deputato all’eliminazione del calcio attraverso l’urina.

Altrettanto importante risulta essere la vitamina D, importante regolatore del metabolismo del calcio, favorendone l’assorbimento a livello intestinale e la sua deposizione a livello delle ossa. 

Calcio e ossalati

Il calcio rappresenta il maggior costituente dei calcoli renali, essendo presente in circa l’80% dei calcoli delle vie urinarie. 

Il processo di formazione dei calcoli renali è molto complesso e multifattoriale. Tra i numerosi fattori predisponenti rientrano la concentrazione urinaria di calcio e di ossalato che aggregandosi danno vita ai calcoli renali più frequenti in assoluto, i calcoli di ossalato di calcio.

Il calcio e gli ossalati vengono normalmente escreti attraverso le urine ma quando questi risultano in concentrazioni notevoli, è più facile che, reagendo tra di loro, si aggreghino e formino i noti calcoli.

Da questo si potrebbe intuire come una riduzione dell’assunzione di calcio possa aiutare a prevenire la formazione dei calcoli renali. Ma è davvero così?

Diversi studi hanno evidenziato un’aumentata predisposizione alla formazione di calcoli renali, nel caso si riduca l’apporto dietetico di calcio. Così come altri studi hanno invece mostrato come un’aumentata assunzione di calcio con la dieta non è associata ad un aumento della sua escrezione urinaria ma ad una riduzione del rischio di calcolosi delle vie urinarie. Sembrerebbe quindi falsa la convinzione popolare che vuole una dieta povera di calcio per ridurre il rischio di formazione di calcoli delle vie urinarie.

Il calcio infatti tra le sue innumerevoli funzioni ha quella di legare, quando è nella sua forma libera, gli ossalati a livello intestinale. La loro interazione a questo livello, porterà alla formazione di un composto inassorbibile dall’organismo e che quindi verrà eliminato per via fecale, impedendo che gli ossalati arrivino al circolo ematico. L’eliminazione di tale composto determinerà una riduzione dell’assorbimento intestinale dell’ossalato e quindi una sua ridotta eliminazione per via renale. In questo modo si ridurrà la concentrazione degli ossalati nelle urine, riducendo il rischio di formazione dei calcoli renali.

Che acqua bere? 

L’acqua gioca un ruolo preponderante nella lotta alla calcolosi essendo quantitativamente, ma anche qualitativamente, determinante.

Un aumentato introito idrico infatti tenderà a diluire le urine contrastando il processo di precipitazione dei Sali. Ad oggi è considerato maggiormente importante la quantità di urina eliminata nelle 24 ore, che deve essere di almeno 2L, rendendo di fatto necessaria un’assunzione giornaliera di almeno 2.5L di acqua. Questi sono dati indicativi e che andrebbero comunque contestualizzati in base ad altri fattori come clima, temperatura e grado di attività del soggetto.

Alla luce dei diversi studi anche la qualità dell’acqua parrebbe svolgere un ruolo estremamente importante nel prevenire la calcolosi delle vie urinarie. In generale quindi sarà da preferire un’acqua oligominerale normocalcica ad una demineralizzata.