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Gestione della calcolosi: terapia medica o chirurgica?

Come si eliminano i calcoli renali?

Esistono diverse tipologie di intervento, la scelta dipende dalla sede e dalle dimensioni dei calcoli, dalla sintomatologia e dalla storia clinica del paziente.

Vediamo di scorrerle, per comprendere efficacia e metodologia di ciascuna.

Premettiamo che la maggior parte dei calcoli sono espulsi autonomamente attraverso l’urina, in particolar modo quelli di piccole dimensioni. I calcoli inferiori 3-4 mm hanno una probabilità vicina al 95% di essere espulsi spontaneamente. Il trattamento conservativo (ovvero l’astensione da qualsiasi intervento) può essere un’opzione anche per i calcoli renali purché asintomatici, di piccole dimensioni e localizzati in sedi dalle quali difficilmente possano migrare nell’uretere provocando coliche.

I calcoli ureterali, invece, a differenza di quelli renali devono sempre essere rimossi (o con la semplice terapia espulsiva o tramite interventi attivi). Un’adeguata idratazione – bere in particolare circa 1.5 L al giorno – costituisce un contributo valido per contrastare il rischio di sviluppare una calcolosi urinaria, permettendo, anche tramite un’azione meccanica, di rimuovere batteri, residui calcifichi e cristalli in grado di fornire un nucleo di aggregazione per la formazione del calcolo.

L’acqua esercita infatti una vera e propria azione preventiva della calcolosi renale, poiché diluisce i sali escreti nelle urine impedendone l’aggregazione.

A questo scopo, un’acqua oligominerale naturale bicarbonato calcica a basso residuo fisso, proprio come Acqua Rocchetta, facilita l’eliminazione di acido urico, che può concorrere alla formazione di calcoli renali.

Terapia medica litolitica

L’assunzione di farmaci per via orale può velocizzare il passaggio spontaneo dei calcoli attraverso l’uretere; questa pratica è indicata come “terapia medica espulsiva” e può essere utilizzata in pazienti in cui non è indicata la rimozione attiva del calcolo. Questa terapia è indicata in caso di calcoli a base di acido urico, poiché si basa sull’alcalinizzazione delle urine tramite introduzione nella dieta di specifici integratori alimentari (a base di citrati o di bicarbonato di sodio), poiché la formazione dei calcoli di acido urico è favorita dagli ambienti acidi.

La calcolosi calcica, invece, difficilmente risponde alla terapia medica litolitica.

Litotrissia extracorporea

La litotrissia è una procedura caratterizzata dalla produzione di onde d’urto che impattano il calcolo dall’esterno e producono la frammentazione dello stesso. I frammenti litiasici vengono successivamente espulsi con le urine. Questa è considerata come prima linea di trattamento per calcoli inferiori ad 1 cm, sebbene con il perfezionamento della tecnica è possibile trattare calcoli sino a 2 cm.
Il successo della litotrissia, tuttavia dipende dal posizionamento del calcolo, dalla conformazione del rene e della giunzione ureteropelvica, che possono influenzare l’efficacia della procedura. Sommariamente, il tasso di successo della litotrissia extracorporea raggiunge il 78,6% a 3 mesi, con la quasi totale assenza di effetti collaterali legati al trattamento.

RIRS/URS – Ureteroscopia retrograda intrarenale

L’ureteroscopia è una procedura endoscopica utilizzata al fine di rimuovere o frammentare i calcoli posizionati lungo le vie urinarie. Si divide in ureteroscopia flessibile o rigida in base alla tipologia di strumento, assumendo il nome di RIRS nel primo caso e URS nel secondo caso. L’utilizzo dell’ureteroscopia è aumentato nel tempo grazie alla miniaturizzazione degli strumenti ed al miglioramento delle tecnologie ottiche.

PCNL – Nefrolitotomia percutanea

La nefrolitotomia è una procedura endoscopica percutanea che consente di rimuovere i calcoli renali di dimensioni superiori ai 2 cm senza la necessità di eseguire interventi chirurgici a cielo aperto o laparoscopici. La composizione dei calcoli o il loro numero non influenzano la procedura che, tuttavia, presenta rischi di complicanze maggiori rispetto alle altre tecniche.

Chirurgia a cielo aperto

Con l’avvento delle procedure endoscopiche, l’utilizzo della chirurgia a cielo aperto per il trattamento della calcolosi è sempre più raro, utilizzata nel 1-5,4% dei casi. Le attuali indicazioni per il suo utilizzo sono: calcolosi multipla complessa, pregresso intervento endoscopico fallito, obesità, anomalie anatomiche o scheletriche.