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La calcolosi urinaria colpisce anche i bambini

Sebbene rara, la calcolosi pediatrica negli ultimi 10 anni è notevolmente aumentata, registrando una prevalenza di casi nei bambini maschi fra i 4 e i 9 anni.

I numeri non sono certo equiparabili ai casi registrati nella popolazione adulta, nonostante ciò i bambini rappresentano il 2-3% della popolazione affetta da calcolosi.

È bene notare che questi numeri rappresentano solo la popolazione sintomatica, i casi potrebbero dunque essere di più, ma non vengono registrati perché non giungono all’attenzione medica per via dell’assenza di sintomi.

Si rende dunque necessario correre ai ripari con una corretta prevenzione, al fine di evitare importanti danni ai reni fin dalla giovane età.

Quali sono i bambini a rischio?

  • Bambini con familiarità. La presenza di parenti di primo grado affetti da calcolosi aumenta da 2 a 16 volte il rischio di sviluppare la patologia;
  • Bambini con alterazioni genetiche (ad es. la cistinuria, ossia un eccesso di cistina nelle urine);
  • Bambini con alterazioni metaboliche (ipercalciuria idiopatica, in questo caso parliamo di un eccesso di calcio nelle urine);
  • Bambini con malformazioni delle vie urinarie;
  • Bambini obesi o in sovrappeso.

Sottolineiamo che le alterazioni metaboliche rappresentano il principale fattore di rischio per la calcolosi pediatrica, incidendo tra il 20 e il 50% nella formazione e nella ricorrenza di calcoli. L’ipercalciuria (eccesso di calcio), l’ipocitraturia (bassa escrezione urinaria di citrato) e l’iperossaluria (eccesso di ossalato) sono le principali alterazioni metaboliche riscontrate nei pazienti pediatrici che sviluppano calcoli.

Fondamentale resta quindi l’inquadramento diagnostico e l’eventuale conferma di disordini metabolici. Il trattamento deve mirare alla completa eliminazione del calcolo, alla sua prevenzione e al preservamento della funzione renale.

Vediamo cosa fare nel caso in cui il proprio bambino soffra di calcolosi renale o sia un soggetto a rischio.

Anzitutto è bene controllare cosa beve e cosa mangia.

L’acqua svolge un ruolo essenziale, pertanto va garantito al bambino un apporto di acqua adeguato e ben integrato con la dieta. Sono preferibili acque a basso contenuto di sodio con un equilibrato contenuto di calcio e bicarbonati, proprio come Acqua Rocchetta.

Il fabbisogno di acqua varia a secondo dell’età del bambino ed è pari a circa 1 litro al giorno fino ad 1 anno; 1,5 litri fino a 6 anni; oltre 1,5 litri successivamente. La quantità deve essere comunque sufficiente a mantenere le urine più chiare possibili.

Attenzione al consumo di sale, anche dopo il primo anno di vita. Sono sane abitudini: non usare sale a tavola, ridurne il più possibile l’uso in cucina e fare attenzione alle etichette quando si fa la spesa perché la maggior parte del sale che consumiamo si trova nei prodotti che acquistiamo. I cibi a più alto contenuto di sale sono i cereali, i prodotti in scatola, formaggi stagionati, salumi e dadi da brodo. Non va dimenticato poi che la riduzione del consumo di sale è fondamentale anche per prevenire l’ipertensione infantile.

È consigliabile anche contenere il consumo di carni rosse. La carne rossa va limitata a 2 porzioni a settimana, sostituita da pesce, uova, formaggi. Anche i legumi sono un’ottima fonte di proteine.

Anche una dieta ricca di grassi animali e di zuccheri può predisporre alla calcolosi. In particolare vanno limitate le bevande zuccherate, inclusi i succhi di frutta.

I bambini vanno incentivati al consumo di frutta e verdura fresca. L’esperienza comune mostra che i bambini di oggi consumano pochissima frutta e verdura. La frutta, specie gli agrumi e le verdure, anche consumate fuori pasto, più volte al giorno, sono importanti fonti alimentari di sostanze che aiutano a prevenire la calcolosi.

Nella black list dei cibi che (se consumati eccessivamente) rischiano di favorire la calcolosi ossalica rientra, oltre a barbabietole, spinaci e patate, anche il cioccolato!

Non bisogna invece cadere in una falsa credenza, ovvero quella di ridurre l’apporto di calcio. È ormai noto che un ridotto apporto di calcio NON riduce il rischio di calcolosi.

Una dieta povera di calcio, in un organismo in via di sviluppo come quello del bambino, è estremamente pericolosa. Il calcio non solo serve alla mineralizzazione delle ossa e dei denti, ma anche a molte altre funzioni biologiche, come l’attività muscolare e cardiaca, la coagulazione ematica e la funzione cerebrale.

Le principali fonti alimentari di calcio sono latte e derivati, frutta secca, molluschi e legumi secchi. Da non dimenticare che anche il calcio contenuto nell’acqua è altamente assimilabile al pari di quello presente nel latte.

Che ruolo ha lo sport?

Un ruolo molto importante, perché il sovrappeso e l’obesità sono potenti fattori di rischio per la calcolosi urinaria, oltre che per il diabete e le malattie cardiovascolari.

La statistica ci dice che i tassi di ricorrenza sono particolarmente alti e la patologia in sé può provocare un progressivo declino della funzionalità renale se non trattata. Per questo il controllo medico specialistico periodico per i bambini che soffrono di calcolosi è importantissimo.