L’acido citrico è un acido comunemente assunto con la dieta e partecipa alla formazione del citrato, un sale fondamentale per il metabolismo di fegato e reni.
Il citrato viene completamente filtrato dai reni, con percentuali di riassorbimento da parte dell’organismo che vanno dal 10 al 40%. Attraverso le urine ne vengono espulsi circa 640mg al giorno, con valori leggermente più alti nelle donne rispetto agli uomini.
Perché i citrati urinari ci servono a prevenire la formazione dei calcoli?
La ragione è che i citrati, assunti per via orale, metabolizzati dal fegato ed eliminati dalle urine, influenzano la cristallizzazione dell’ossalato di calcio (il principale componente dei calcoli urinari), impedendone la crescita e l’aggregazione, evitando dunque la formazione del calcolo stesso.
Il citrato gioca un ruolo particolarmente importante nella prevenzione e nella terapia della calcolosi urinaria, impedendo di fatto, la formazione di nuovi calcoli e prevenendone le recidive.
Per questo l’assunzione di citrato è fortemente raccomandata sia dalla Società Europea di Urologia (EAU) sia dalla sua controparte americana, l’Associazione Urologica Americana (AUA).
Tali raccomandazioni sono in particolare rivolte verso pazienti con bassi livelli di citrato nelle urine.
Tuttavia è bene segnalare che il citrato non “dissolve” i calcoli di ossalato di calcio e di fosfato di calcio e, ad oggi, non esistono terapie in grado di dissolvere tali calcoli, ma adeguati livelli di citrato nelle urine diminuiscono sia la possibilità che un calcolo già formato aumenti di volume che la formazione di nuovi microcristalli di calcio.
Si è evidenziato che pazienti che soffrono di calcolosi urinaria manifestano ipocitraturia (bassa quantità di citrato eliminato dalle urine) fino al 60%, ovvero uno scarto urinario di citrato inferiore a 320mg al giorno (come detto precedentemente, dovrebbero essere circa 640mg al dì), il che comporta un’alterazione metabolica.
Esistono diverse cause che potrebbero provocare ipocitraturia quali le alterazioni dell’equilibrio acido-base, l’aumentato introito di proteine animali, gli ACE inibitori (cioè i farmaci che si assumono per l’ipertensione arteriosa), l’insufficienza renale, l’acidosi, gli stati diarroici cronici, ecc.
Oltre ad essere prodotto dall’organismo, la principale fonte nella dieta di citrati sono i sali di potassio, di magnesio e di sodio, comunemente presenti in grande quantità nella frutta e negli ortaggi, in particolare in kiwi, cocco e fragole.
L’assunzione di preparati di citrato si è dimostrata particolarmente benefica nei pazienti affetti da ipocitraturia. In particolare, i sali di potassio rappresentano la migliore scelta, per la capacità di ridurre la formazione di calcoli urinari già presenti.
Studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo di preparati di citrato, nella prevenzione delle recidive di calcolosi urinaria, libera dai calcoli in 3 anni tra il 72-100% dei pazienti trattati rispetto al 20-71% dei pazienti che nella sperimentazione non hanno assunto citrati.
I calcoli non sono tutti uguali e il più delle volte sopraggiungono per predisposizione genetica, oppure per una malattia o un disturbo che predispone a queste formazioni, per questo motivo non esiste un’unica dieta da seguire che sia efficace per tutti.
L’unica raccomandazione valida, su cui tutto il mondo scientifico concorda, è che per contrastare la formazione dei calcoli renali è fondamentale bere molto per mantenere idratato l’organismo, in questo modo le sostanze presenti nelle urine si diluiscono maggiormente, con minori probabilità che si uniscano a formare il fastidioso calcolo.
Meglio ancora scegliere un’acqua oligominerale, povera di sodio, non eccessivamente ricca di calcio e con buon tenore di bicarbonati, proprio come Acqua Rocchetta, che stimola la diuresi e la funzione depurativa dei nostri reni.